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Montaggio di una presa NEM 651 sulla locomotiva RhB Ge 4/4III di Schlosser

La locomotiva RhB Ge 4/4III di Schlosser è un modello artigianale in fotoincisione in scala Nm a scartamento metrico, 6,5mm, in produzione da diversi anni. Quella utilizzata appartiene ad un secondo lotto in cui sono stati corretti alcuni dettagli nella carrozzeria e con una differente motorizzazione.
La motorizzazione è proprio il punto debole di questo modello che nel resto è molto ben fatto. Nel primo lotto era presente un solo motore che, per la poca potenza e la leggerezza del modello, non forniva trazione adeguata alle caratteristiche della locomotiva reale. Nel secondo lotto si è cercato di superare il problema utilizzando due motori e una maggiore zavorra. Questa soluzione ha leggermente migliorato le prestazioni complessive del modello senza però, anche in questo caso, pareggiare quelle reali.


Il modello della Ge4/4III da digitalizzare.

Pur non essendo dotata di illuminazione, e quindi con minore necessità di cablaggio, digitalizzare questa la locomotiva non è molto semplice.
Il modello non è ovviamente, anche se oramai altrettanto ovviamente tutti i modelli lo dovrebbero essere, predisposto per l’inserimento di un decoder.
Lo spazio interno ne permette comunque un agevole montaggio, ma il modello presenta due grossi problemi.
Il primo è che, come scritto prima, è dotato di due motori, quindi maggiore complessità nel cablaggio.
Il secondo è che i contatti del motore sono attaccati direttamente alle lamelle prendicorrente dei carrelli. Una soluzione che, se da una parte semplifica il cablaggio dell’impianto elettrico del modello, dall’altro ne complica una qualsiasi manutenzione.
È quindi necessario isolare elettricamente questi contatti.
Per facilitare il lavoro ho chiesto al costruttore, AB-Modell, di non saldare i motori, altrimenti l’operazione sarebbe stata molto più complessa.
Sui terminali di ciascun motore ho invece saldato i cavi da collegare all’uscita del decoder, isolandoli poi dalle lamelle con un pezzo di cartoncino fissato con una goccia di colla.
Ho poi eliminato dai cavi provenienti dalle lamelle prendicorrente i connettori che mettono in parallelo i due carrelli e i due motori per poterli poi collegare direttamente all’entrata del decoder.


Il carrello con il motore incollato della Ge 4/4III con il cavetto arancio proveniente dal decoder direttamente saldato sul morsetto del motore ed il cartoncino di isolamento dalla lamella prendicorrente.

In un primo modello ho utilizzato un decoder dotato di terminali a filo che ho cablato con sdoppi e connettori volanti: funzionante ma troppo contorto.
Per il secondo modello ho pensato di utilizzare un connettore NEM 651 in modo da poter garantire un’agevole sostituzione del decoder e, nel caso, una reversibilità all’analogico.
Il connettore è molto piccolo e saldare due cavetti su ciascun terminale è praticamente impossibile.
Per facilitare il cablaggio ho quindi pensato di utilizzare una basetta su cui saldare gli otto terminali.
Non avendo possibilità né capacità di prepararne una, ho notato l’articolo 71641 di Uhlenbrock che, nato per altri usi, monta un connettore maschio. L’ho dissaldato e poi ho accorciato la basetta per adattarla all’altezza della presa NEM dotata di pin diritti anziché angolati come quelli della spina. A questo punto è stato poi semplice saldare i vari cavi sulle piazzole.


A destra i connettori Uhlenbrock originali e a sinistra quello modificato per adattarlo alla presa NEM 651. Al centro la parte di circuito stampato eliminata per l’adattamento dell’altezza dei connettori, la spina NEM da montare e la presa smontata.


La differenza di altezza tra la presa NEM a sinistra e la spina originale a destra.

Saldando i cavi alle piazzole è venuta meno la possibilità di sfilare i motori semplicemente staccandone i connettori, come avevo lasciato nel primo modello digitalizzato, ma è un’evenienza spero remota e in caso sarà necessario ricorrere nuovamente al saldatore.
Il modello è stato infine dotato di un decoder cT Elektronik DCX76D/N. Connettore e decoder sono stati fissati alla zavorra del modello, che fa da supporto, tramite nastro adesivo.


Immagini del modello della Ge4/4III con il decoder DCX76D/N montato nella presa NEM.

Il funzionamento è buono ma, a differenza di altri modelli su cui ho utilizzato lo stesso, ho dovuto quasi azzerare la compensazione del carico. I due motori hanno, infatti, un comportamento leggermente diverso uno dall’altro con risposta differente alla tensione per cui uno dei due motori parte impercettibilmente prima dell’altro. In quel momento il controllo di carico rileva una maggiore richiesta di potenza che cerca di compensare, provocando lo spegnimento dei motori, con un funzionamento a singhiozzo del modello.
Abbassando la soglia di controllo, il modello si comporta comunque egregiamente, non diversamente dal funzionamento in analogico originale.
Non ho saputo risolvere in altro modo questo problema, ma è possibile che una soluzione migliore ci sia.

La digitalizzazione di questo piccolo e complesso modello mostra come, alla fine, sia veramente possibile inserire un decoder ovunque.