Fad 8709

Modello Gleis-Tech Gröbli art. 14063/1

Epoca IV/V.

Fad 8709

Carri tramoggia più grandi e più razionali sono stati necessari per il trasporto di ghiaia e sabbia ed anche per una richiesta interna per il pietrisco delle massicciate ferroviarie. Nel 1968 la Josef Mayer di Rheinfelden realizza i primi sei vagoni di una nuova generazione. Questo carro a quattro assi ha una capacità di 22m3. Questi primi vagoni erano dotati solo di scarichi laterali mentre quelli costruiti successivamente poterono farlo anche internamente alle rotaie. Il gruppo Fad è aumentato nel 1971 ad un totale di dodici vagoni, mentre negli anni tra il 1983 e il 1993 furono aggiunti altri 22 vagoni in tre nuove consegne. I 34 vagoni Fad possono essere utilizzati per il trasporto di pietrisco per le costruzioni ferroviarie così come di ghiaia e sabbia dalle cave agli impianti di produzione del calcestruzzo e di materiali da costruzione.

Fad 8709

GLEIS-Tech Gröbli di San Gallo produce in esclusiva il carro tramoggia della Ferrovia Retica.
Tutti i vagoni sono in ottone e alpacca ed assemblati a mano, verniciati nei colori e scritte originali. I vagoni sono dotati di ganci Micro-Trains. Tutti vagoni sono completamente compatibili con i veicoli Nm di altri produttori.

Fad 8709

Edizione limitata a 10 pezzi numerati singolarmente.

Fad 8709

Matricola modello: 6/10

Hai-v 5139

Modello Schlosser
Epoca IV/V.

Tra marzo e settembre del 1980, la Ferrovia retica acquistò una serie di 15 carri a grande capacità di carico con pareti scorrevoli per modernizzare la flotta di vagoni ormai datati. Essi rappresentavano una evoluzione dei carri a grande capacità acquistati nel 1977 e furono classificati come Haik-v 5121-5135. A questa seconda serie seguì nel 1992 un altro gruppo di 5 carri, messo in servizio come Hai-v 5136-5140. Rispetto ai predecessori, i vagoni di questa serie furono ulteriormente migliorati.
Tutti i vagoni hanno una lunghezza complessiva di 14670mm, un peso di 15,6t (16,1t l’ultimo gruppo). Possono portare 26t (30t l’ultimo gruppo) di carico con treni che possono arrivare fino a 80km/h di velocità. Per essere utilizzati in composizione a treni rapidi, questi vagoni sono dotati di condotta per il riscaldamento delle carrozze. Nel 1980 la BVZ ha ricevuto due vagoni identici.
I vagoni sono molto apprezzati per la loro capacità di carico e sono quindi costantemente in uso su tutta la rete. Sono usati per il trasporto di acqua in bottiglia dalle grandi aziende produttrici di bevande ai centri di distribuzione regionali, per le forniture oltre il Passo del Bernina, per ricevere le merci dalle FFS e trasportarle a tutte le principali stazioni della RhB. Alcuni vagoni viaggiano per clienti fissi e sono dotati di scritte pubblicitarie.

Le repliche di questi vagoni sono adatte per curve con raggio maggiore di 195mm; possono anche essere utilizzate con raggi più piccoli, ma si potrebbero avere problemi con i sistemi di aggancio.

Haik-v 5130

Modello Schlosser
Epoca IV/VI.

Tra marzo e settembre del 1980, la Ferrovia retica acquistò una serie di 15 carri a grande capacità di carico con pareti scorrevoli per modernizzare la flotta di vagoni ormai datati. Essi rappresentavano una evoluzione dei carri a grande capacità acquistati nel 1977 e furono classificati come Haik-v 5121-5135. A questa seconda serie seguì nel 1992 un altro gruppo di 5 carri, messo in servizio come Hai-v 5136-5140. Rispetto ai predecessori, i vagoni di questa serie furono ulteriormente migliorati.
Tutti i vagoni hanno una lunghezza complessiva di 14670mm, un peso di 15,6t (16,1t l’ultimo gruppo). Possono portare 26t (30t l’ultimo gruppo) di carico con treni che possono arrivare fino a 80km/h di velocità. Per essere utilizzati in composizione a treni rapidi, questi vagoni sono dotati di condotta per il riscaldamento delle carrozze. Nel 1980 la BVZ ha ricevuto due vagoni identici.
I vagoni sono molto apprezzati per la loro capacità di carico e sono quindi costantemente in uso su tutta la rete. Sono usati per il trasporto di acqua in bottiglia dalle grandi aziende produttrici di bevande ai centri di distribuzione regionali, per le forniture oltre il Passo del Bernina, per ricevere le merci dalle FFS e trasportarle a tutte le principali stazioni della RhB. Alcuni vagoni viaggiano per clienti fissi e sono dotati di scritte pubblicitarie.

Le repliche di questi vagoni sono adatte per curve con raggio maggiore di 195mm; possono anche essere utilizzate con raggi più piccoli, ma si potrebbero avere problemi con i sistemi di aggancio.

Haik-v 5173

Modello Schlosser
Epoca IV/V.

Nel 1980 la Ferrovia Retica si procurò una seconda serie di 15 carri a porte scorrevoli per ammodernare ulteriormente il trasporto merci. Ai veicoli Haik-v 5121-5135 seguì poi una piccola serie di 10 veicoli con dotazioni modificate. Tutti questi carri furono equipaggiati con riscaldamento a pavimento funzionante a 380V. Questi vagoni furono dotati di isolamento termico per potere trasportare bevande e cibi all’Engadina e verso il Passo del Bernina. Ciò permise che, nel caso di rottura del riscaldamento del pavimento, la temperatura all’interno della vettura, anche a temperature estreme, si mantenesse a più di 0 gradi anche dopo tre ore. I carri 5162-5164 ricevettero un gruppo frigorifero alimentato da un motore diesel supplementare con una potenza di raffreddamento di 11kW. Dato che il gruppo frigorifero fu installato sulla piattaforma del frenatore, l’interruttore trovò posto sulla testata opposta.

La crescente domanda di carri a pareti scorrevoli ha portato poi ad una più recente serie di 11 veicoli. Questi veicoli, immatricolati Hai-qy 5171-5176, sono dotati di riscaldamento a pavimento ed i veicoli 5173-5176 sono dotati inoltre di frigorifero. Dalla serie precedente differiscono esternamente, soprattutto nel sistema di apertura modificato (a leva anziché volantini), ma anche per un aumento di portata a 30t. Tutti i veicoli sono ancora in uso, alcuni con insegne pubblicitarie.

Haik-v 5122

Modello Schlosser
Epoca IV/VI.

Tra marzo e settembre del 1980, la Ferrovia retica acquistò una serie di 15 carri a grande capacità di carico con pareti scorrevoli per modernizzare la flotta di vagoni ormai datati. Essi rappresentavano una evoluzione dei carri a grande capacità acquistati nel 1977 e furono classificati come Haik-v 5121-5135. A questa seconda serie seguì nel 1992 un altro gruppo di 5 carri, messo in servizio come Hai-v 5136-5140. Rispetto ai predecessori, i vagoni di questa serie furono ulteriormente migliorati.

Tutti i vagoni hanno una lunghezza complessiva di 14670mm, un peso di 15,6t (16,1t l’ultimo gruppo). Possono portare 26t (30t l’ultimo gruppo) di carico con treni che possono arrivare fino a 80km/h di velocità. Per essere utilizzati in composizione a treni rapidi, questi vagoni sono dotati di condotta per il riscaldamento delle carrozze. Nel 1980 la BVZ ha ricevuto due vagoni identici.
I vagoni sono molto apprezzati per la loro capacità di carico e sono quindi costantemente in uso su tutta la rete. Sono usati per il trasporto di acqua in bottiglia dalle grandi aziende produttrici di bevande ai centri di distribuzione regionali, per le forniture oltre il Passo del Bernina, per ricevere le merci dalle FFS e trasportarle a tutte le principali stazioni della RhB. Alcuni vagoni viaggiano per clienti fissi e sono dotati di scritte pubblicitarie.

Le repliche di questi vagoni sono adatte per curve con raggio maggiore di 195mm; possono anche essere utilizzate con raggi più piccoli, ma si potrebbero avere problemi con i sistemi di aggancio.

Xk-v 9057

Modello N-track Modellbau art. Nm-P01057

Epoca IV-V.

Xk-v 9057

Il carro di servizio per la ventilazione delle gallerie è entrato in servizio con la Ferrovia retica nel 1913 come bagagliaio D 4040, costruito dalla SIG, Schweizerische Industrie Gesellschaft di Neuhausen am Rheinfall.

Xk-v 9057

Nel 1983 è stato trasformato nel carro di servizio Xk-v 9057. È stato ritirato il 28 maggio 2008 e successivamente demolito.

Xk-v 9057

Il veicolo è realizzato in scala 1:160 a scartamento ridotto, in ottone e metallo bianco ed è equipaggiato con ganci Micro-Trains-Line per Nm.

Lb-v 7869

Modello Schlosser

Epoca V-VI.

Lb-v 7869

Per evitare i continui e costosi trasbordi di merci, per es. da scartamento normale a quello ridotto, e per evitare la distribuzione delle stesse sui singoli autocarri, la Ferrovia retica costruì, partendo da vagoni merci coperti della serie Gb 5000-5100, una serie di pianali del gruppo Lb-v 78XX. Il telaio dei carri è stato modificato in modo che trovassero posto gli agganci per container e casse mobili.

Lb-v 7869

Nello scalo merci di Landquart può essere eseguito lo scambio dei container da scartamento normale a quello ridotto, visto che i carri per il trasporto dei vagoni a scartamento normale non possono essere utilizzati su tutta la rete. Anche le casse mobili possono essere spostate da e sugli autocarri, tramite le gru presenti nei terminal merci della RhB. In questo modo la posta o anche alimentari di grandi catene di distribuzione giungono dalle rotaie vicino al consumatore finale. Visto che la maggior parte delle cassemobili dispone di un portellone laterale, queste possono essere scaricate anche in stazioni in cui non sono presenti gru, come normali vagoni merci.

Lb-v 7869

I vagoni della serie Lb-v si trovano non solo in composizione a treni merci, ma spesso anche in treni ad espressi Coira – St. Moritz, dove, se necessario, possono essere manovrati nelle stazioni intermedie.

Il veicolo è realizzato in scala 1:160 a scartamento ridotto, in ottone e metallo bianco ed è equipaggiato con ganci Micro-Trains-Line per Nm.

Montaggio di una presa NEM 651 sulla locomotiva RhB Ge 4/4III di Schlosser

La locomotiva RhB Ge 4/4III di Schlosser è un modello artigianale in fotoincisione in scala Nm a scartamento metrico, 6,5mm, in produzione da diversi anni. Quella utilizzata appartiene ad un secondo lotto in cui sono stati corretti alcuni dettagli nella carrozzeria e con una differente motorizzazione.
La motorizzazione è proprio il punto debole di questo modello che nel resto è molto ben fatto. Nel primo lotto era presente un solo motore che, per la poca potenza e la leggerezza del modello, non forniva trazione adeguata alle caratteristiche della locomotiva reale. Nel secondo lotto si è cercato di superare il problema utilizzando due motori e una maggiore zavorra. Questa soluzione ha leggermente migliorato le prestazioni complessive del modello senza però, anche in questo caso, pareggiare quelle reali.


Il modello della Ge4/4III da digitalizzare.

Pur non essendo dotata di illuminazione, e quindi con minore necessità di cablaggio, digitalizzare questa la locomotiva non è molto semplice.
Il modello non è ovviamente, anche se oramai altrettanto ovviamente tutti i modelli lo dovrebbero essere, predisposto per l’inserimento di un decoder.
Lo spazio interno ne permette comunque un agevole montaggio, ma il modello presenta due grossi problemi.
Il primo è che, come scritto prima, è dotato di due motori, quindi maggiore complessità nel cablaggio.
Il secondo è che i contatti del motore sono attaccati direttamente alle lamelle prendicorrente dei carrelli. Una soluzione che, se da una parte semplifica il cablaggio dell’impianto elettrico del modello, dall’altro ne complica una qualsiasi manutenzione.
È quindi necessario isolare elettricamente questi contatti.
Per facilitare il lavoro ho chiesto al costruttore, AB-Modell, di non saldare i motori, altrimenti l’operazione sarebbe stata molto più complessa.
Sui terminali di ciascun motore ho invece saldato i cavi da collegare all’uscita del decoder, isolandoli poi dalle lamelle con un pezzo di cartoncino fissato con una goccia di colla.
Ho poi eliminato dai cavi provenienti dalle lamelle prendicorrente i connettori che mettono in parallelo i due carrelli e i due motori per poterli poi collegare direttamente all’entrata del decoder.


Il carrello con il motore incollato della Ge 4/4III con il cavetto arancio proveniente dal decoder direttamente saldato sul morsetto del motore ed il cartoncino di isolamento dalla lamella prendicorrente.

In un primo modello ho utilizzato un decoder dotato di terminali a filo che ho cablato con sdoppi e connettori volanti: funzionante ma troppo contorto.
Per il secondo modello ho pensato di utilizzare un connettore NEM 651 in modo da poter garantire un’agevole sostituzione del decoder e, nel caso, una reversibilità all’analogico.
Il connettore è molto piccolo e saldare due cavetti su ciascun terminale è praticamente impossibile.
Per facilitare il cablaggio ho quindi pensato di utilizzare una basetta su cui saldare gli otto terminali.
Non avendo possibilità né capacità di prepararne una, ho notato l’articolo 71641 di Uhlenbrock che, nato per altri usi, monta un connettore maschio. L’ho dissaldato e poi ho accorciato la basetta per adattarla all’altezza della presa NEM dotata di pin diritti anziché angolati come quelli della spina. A questo punto è stato poi semplice saldare i vari cavi sulle piazzole.


A destra i connettori Uhlenbrock originali e a sinistra quello modificato per adattarlo alla presa NEM 651. Al centro la parte di circuito stampato eliminata per l’adattamento dell’altezza dei connettori, la spina NEM da montare e la presa smontata.


La differenza di altezza tra la presa NEM a sinistra e la spina originale a destra.

Saldando i cavi alle piazzole è venuta meno la possibilità di sfilare i motori semplicemente staccandone i connettori, come avevo lasciato nel primo modello digitalizzato, ma è un’evenienza spero remota e in caso sarà necessario ricorrere nuovamente al saldatore.
Il modello è stato infine dotato di un decoder cT Elektronik DCX76D/N. Connettore e decoder sono stati fissati alla zavorra del modello, che fa da supporto, tramite nastro adesivo.


Immagini del modello della Ge4/4III con il decoder DCX76D/N montato nella presa NEM.

Il funzionamento è buono ma, a differenza di altri modelli su cui ho utilizzato lo stesso, ho dovuto quasi azzerare la compensazione del carico. I due motori hanno, infatti, un comportamento leggermente diverso uno dall’altro con risposta differente alla tensione per cui uno dei due motori parte impercettibilmente prima dell’altro. In quel momento il controllo di carico rileva una maggiore richiesta di potenza che cerca di compensare, provocando lo spegnimento dei motori, con un funzionamento a singhiozzo del modello.
Abbassando la soglia di controllo, il modello si comporta comunque egregiamente, non diversamente dal funzionamento in analogico originale.
Non ho saputo risolvere in altro modo questo problema, ma è possibile che una soluzione migliore ci sia.

La digitalizzazione di questo piccolo e complesso modello mostra come, alla fine, sia veramente possibile inserire un decoder ovunque.

Ge 4/4III 644 Savognin – “Lazzarini”

Modello Schlosser/AB-Modell art. Nm-207.1

Epoca VI.

La domanda di locomotive efficienti aumentava di anno in anno per la Ferrovia retica: l’introduzione dell’orario cadenzato, l’aumento dei convogli del Glacier-Express, il passaggio alla corrente alternata sulla linea di Arosa, come anche la costruzione del tunnel del Vereina con la previsione di trasporti per automezzi, non era superabile con il parco locomotive disponibile.
La nuova generazione di locomotive doveva essere il più possibile orientata al futuro, garantendo durata e alte prestazione nelle differenti condizioni d’uso, dalle rampe in curva, ai lunghi rettilinei nei tunnel.
La tecnologia di comando trifase con convertitori statici a GTO, precedentemente verificata con successo nelle elettromotrici del Bernina della serie ABe 4/4 51 e successive, fornì a queste locomotiva 3260CV, la più potente locomotiva della RhB.
Così nel 1989 venne ordinata a SLM e ABB una prima serie di sei locomotive a convertitori statici. Già nel 1991 venne esteso l’ordine con ulteriori 3 veicoli. Le locomotive entrarono in servizio tra il 1993 e il 1994. Nel 1996 ci fu un ulteriore ordine supplementare per altre 3 macchine, che due anni dopo furono consegnate alla RhB e messe in servizio.
Con le loro grandi fiancate le locomotive sono adatte come mezzi pubblicitari.

La Ge 4/4III 644, ordinata nel 1989, è entrata in servizio il 14 aprile 1994. La colorazione rossa originale è rimasta solo brevemente sul veicolo, presto la locomotiva pubblicizzò tra l’altro Viessmann e Radio Grischa. Nel 2013, al 100° anniversario della società Lazzarini (www.lazzarini.ch), una delle più famose imprese di costruzioni del Canton Grigioni, la locomotiva ha ricevuto la colorazione gialla e le nuove scritte pubblicitarie e con queste circola sulla rete ferroviaria RhB.

I modelli sono in ottone, completati con particolari in metallo bianco. È equipaggiata con due motori coreless con volano e trazione su tutti gli assi. Il rapporto di trasmissione assicura una velocità realistica. Equipaggiato con ganci Micro-Trains-Line per la scala Nm. I pantografi hanno solamente funzione estetica, per la captazione della corrente vengono utilizzate tutte le ruote. L’illuminazione non è prevista.

I finissimi particolari possono essere facilmente piegati. È richiesta una particolare attenzione.

Matricola modello: 81

Modelli della Ferrovia retica in scala 1:160 a scartamento ridotto

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